Carine Roitfeld, Giorgio Armani Privè


Le tue foto sono splendide,qui ne possiamo vedere solo alcune,come scegli le location,gli outfit e chi ti aiuta negli scatti?In tutti i miei progetti sono affiancata da Manuela di Lovo Design, amica, fotografa e web designer che, fin dall’inizio, ha creduto in me e mi ha supportato. Insieme decidiamo location e set prendendo spunto da qualsiasi dettaglio colpisca la nostra attenzione. Lei poi si dedica agli aspetti tecnici relativi alle luci e agli scatti veri e propri, io invece mi dedico alla parte di styling. Tra di noi c’è grande sintonia e ci divertiamo davvero molto insieme e, credo, che tutto ciò traspaia anche dalle foto.
Tutte noi abbiamo una wishlist, qualche oggetto della tua?
Al primo posto, senza ombra di dubbio, c’è la Birkin di Hermés. Seguono altri modelli come la Peekaboo di Fendi, per la quale sto già facendo un pensiero ed un’altra Balenciaga, magari rossa o di un colore molto particolare ed acceso. Recentemente, poi, mi sono innamorata di una paio di sandali di Nicholas Kirkwood per Rodarte che sono subito entrati nella mia wishing list.

Credo di non essermi quasi mai pentita di un acquisto, anche perché ci rifletto sempre molto e valuto bene tutti gli aspetti. Capita raramente che io acquisti d’impulso, anche se mi innamoro di qualcosa, prima di comprarlo ci penso sempre più di due volte. Comunque se proprio devo eleggere l’acquisto migliore nomino la 2.55 di Chanel, un mito senza tempo ed un investimento per la vita.
La borsa e il suo contenuto rappresenta,dicono, una donna..nella tua cosa troviamo?
Assolutamente d’accordo, la borsa rappresenta appieno il mondo di una donna, è la compagna fedele delle sue giornate. Nella mia c’è molto, troppo, tanto da farmi arrossare la spalla per il peso eccessivo. Dunque, partiamo dai classici portafoglio, cellulare, chiavi, bloccchetto per gli appunti con relativa penna e cicche per poi passare a ciò che io chiamo “pochette salvavita”, una bustina che contiene un piccolo kit di sopravvivenza (cerotti, qualche medicina, lima, spazzola, specchietto, ecc.). Mia piccola ossessione: non esco quasi mai da casa senza una bottiglietta d’acqua o comunque qualcosa da bere. A tutto ciò poi si può aggiungere un libro, il portatile, un paio di infradito, ecc. a seconda della situazione e di ciò che necessito.

A tutti e a nessuno. Mi spiego meglio: non ho delle fonti di ispirazione predefinite ma mi considero una persona molto curiosa e attenta a tutto ciò che succede intorno a lei. Quindi posso trarre ispirazione da una persona che passa per strada e non conosco, come da un film, da una star piuttosto che da un’altra fashion blogger o da un articolo comparso su un magazine. La fonti di ispirazione per me sono infinite.


Dopo Portofino e Pondichéry, un nuovo universo si apre per la collezione degli «Escales». Un mondo sinonimo di evasione, dalle idilliache immagini radicate nell’immaginario collettivo: la Polinesia francese. François Demachy, Parfumeur-Créateur per Dior, ha creato una fragranza floreale, fresca e speziata, dalle note femminili e sensuali composte da materie prime d’eccezione, selezionate fra le migliori della regione dell’Escale. Sulla scia delle colonie, la fragranza Escale aux Marquises è pertanto orchestrata intorno al magnifico fiore di Tiarè di Tahiti, simbolo di accoglienza e di femminilità. Per amplificare la freschezza, sono state scelte alcune spezie dalle più belle isole dell’Oceano Indiano.Il flacone è vestito con il prezioso cannage caro alla Maison Dior. La sua trasparenza rivela un nuovo colore di jus: una tonalità rosa sabbia leggera ed esotica che evoca la dolcezza della Polinesia francese.
Ed infine per illuminare il colorito niente di meglio della stola foulard di twill di seta dai colori vivi ed eleganti. il patchwork couture riprende la giacca del tailleur "Bar", simbolo del new look della prima collezione creata da Christian Dior nel 1947 .Anche la signora Beckham ha sentito il richiamo dell'India sulla copertina di Vogue India. Indossa il tipico sari dello stilista indiano Abu Jani Sandeep.






Neverfull Murakami 












